Il percorso
... si vuole completare il progetto avviato installando una serie di pannelli che riproducono alcuni di questi dipinti in modo da ricreare un percorso ideale nei luoghi rappresentati dai tre artisti.
Olgiate Molgora
1) Emilio Gola
Ingresso della villa “Il Buttero”
1910-1915
Acquarello su cartone, cm 96,5x65,5
Il cancello d’ingresso è quello della casa più amata dall’artista milanese, che a Olgiate si rifugiava per lunghi periodi in un regno di pace dove poteva dipingere per giornate intere. Lasciato aperto, ci invita a entrare nel suo mondo.
2) Ennio Morlotti
Studio per granoturco n. 2
1961
Olio su tela, cm 90x70
Negli anni Sessanta lo sguardo pittorico dell’artista lecchese entra nei dettagli profondi della natura per coglierne la vita segreta, trasformando i campi di granoturco in una palestra di emozioni.
3) Ennio Morlotti
Vegetazione - Paesaggio
1963
Olio su tela, cm 60x70
I cieli sono sempre corti nel percorso artistico di Morlotti, lo strega di più un campo di fiori nel trionfo dell’estate. Collocati in primo piano testimoniano una terra, la Brianza, che fin da ragazzo gli regalò grandi passioni.
4) Aldo Carpi
Mondonico
1942
Olio su tela, cm 50x60
Durante la seconda guerra mondiale Carpi sfolla con la propria numerosa famiglia a Mondonico. Qui vivrà due anni di pace dipingendo e disegnando con gioia. Il paesaggio bellissimo lo conforta.
5) Emilio Gola
Visione invernale o Mondonico con neve
1900 ca.
Olio su tela, cm 85x126
Da ragazzo Gola visita Parigi, dove scopre l’Impressionismo. Non ne ammetterà mai l’influenza, ma fino al 1900 la sua maniera ne mostra chiari segni. Come nel ciclo di lavori Mondonico sotto la neve in cui accetta la sfida del colore bianco che tanto aveva impegnato Monet, Manet e Renoir.
6) Emilio Gola
Mondonico
1915 ca.
Pastello su carta, cm 64x50
In questo pastello dedicato a un luogo per lui consueto, Gola mette insieme la delicatezza della scuola di Barbizon e la malinconia del Naturalismo Lombardo in una sintesi di morbide luci.
7) Aldo Carpi
L’arresto del pittore
1951
Olio su tela, cm 90x70
Nel gennaio 1944 Carpi viene arrestato a Mondonico dalla polizia fascista e verrà deportato a Gusen. Negli anni Cinquanta nasceranno i suoi infelici Pierrot, autoritratto pacato di quel dramma.
8) Emilio Gola
Presso il ponticello di Mondonico o Paese
1920 circa
Olio su tela, cm 145x195
Il ponticello, dipinto in molte tele, non rappresenta solo un luogo fisico collocato fra le colline della Brianza lecchese, è simbolo di un rito di passaggio, quello dalla vita cittadina alla libertà della natura.
9) Emilio Gola
Alta Brianza o Il Valloncello di Mondonico
1897 circa
Olio su tela, cm 82x126
Verso il finire dell’estate il Valloncello, che Gola ritrasse così tanto da diventarne il nume tutelare, assume toni morbidi e malinconici. La pittura diventa un canto per madre natura e una lavandaia la sua vestale.
10) Aldo Carpi
Paesaggio di Mondonico
1943
Olio su tela incollata su masonite, cm 35x50
Il borgo di Mondonico è un rifugio, le case pur modeste proteggono gli affetti e si può continuare a vivere e dipingere. Questo piccolo lavoro dice la tenerezza e la riconoscenza per il luogo-nido lontano dalla guerra.
11) Ennio Morlotti
Dossi
1946
Olio su tela, cm 80x80
Alla fine della seconda guerra mondiale Morlotti si rifugia a Mondonico dove dipinge nello studio che fu di Gola. Vive prostrato nella miseria, ma s’innamora di queste colline sontuose producendo la serie dei Dossi.
12) Emilio Gola
Nel prato
senza data
Olio su tela, cm 124,5x78,5
Immerse nella campagna dove vivono, le tre contadine sono colte in posa dentro un paesaggio solare di grande freschezza pittorica. Gola qui pensa a Van Gogh, che ben conosceva e alla sua tavolozza esplosiva.
13) Emilio Gola
Donne in filanda
senza data
Olio su tela, cm 48,5x61,5
In numerosi soggetti la pittura goliana racconta con attenzione la vita di paese, diventando documento prezioso per ricordare usi e costumi di un territorio. Come in questa scena di lavoro muliebre.
14) Emilio Gola
Il cipresso
1911
Olio su tela, cm 105x81
Gola apprezzava i cipressi per la loro struttura perfetta, capaci in un quadro di trasformarsi nella quinta di un palcoscenico. Il tema di questo albero, che ancora resiste nel giardino del “Buttero”, è ricorrente fin dal 1905.